sabato 8 gennaio 2011

La leggenda del dio del mare e delle ninfe delle conchiglie

Caledonia aveva poco più di 130 anni, quando Zeteste, figlio di re Anakineste e padre di Oriel e Alcibiade, salì al trono. Zeteste era il più bel giovane che Caledonia avesse mai generato. Aveva trascorso la gioventù in riva al mare, a pescare e nuotare. Quivi aveva incontrato le ninfe delle conchiglie, che innamoratesi di lui, avevano deciso di rendesi visibili e di godere della sua compagnia. Tra le ninfe, Zeteste scelse la sua sposa, Fasì, loro regina, di ogn’altra più bella. Tra gli sposi regnava l’armonia e decisero che le figlie che avrebbero avuto, sarebbero diventate ninfe e avrebbero vissuto nel mare, i figli sarebbero cresciuti sulla terra e avrebbero succeduto al padre sul trono di Caledonia. Quattro figlie erano già nate, quando morì Anakineste e Zeteste fu costretto a salire al trono e andare a vivere al palazzo di Caledonia, abbandonando la capanna in riva al mare in cui aveva a lungo vissuto. Zeteste portò con sé Fasì, e le costruì una grande piscina d’acqua marina in cui potessi dormire. Nel tempo in cui visse a Caledonia, Fasì mise al mondo 2 maschi a distanza di due anni. Dopo la nascita del secondo figlio, la nostalgia che aveva del mare divenne sempre più forte, decise, quindi, di tornare al suo mondo. I bambini e il marito sarebbero restati in città, ma gli sposi si sarebbero incontrati ogni giorno all’alba in riva al mare. Intanto il dio del mare, potente e temuto, ma molto brutto, aveva ordito un piano per rapire e sposare una ninfa delle conchiglie. Le ninfe lo avevano sempre rifiutato, e si nascondevano nelle loro conchiglie quando lo sentivano arrivare. Il Dio era divenuto folle di gelosia, quando aveva saputo che le ninfe erano uscite spontaneamente per mostrarsi a Zeteste, l’umano. Approfittando dell’assenza della regina, aveva creato un finto Zeteste e l’aveva mandato a camminare sulla spiaggia. La copia era facilmente distinguibile dall’originale, ma le 4 figlie, accecate dal desiderio di rivedere il padre, gli corsero incontro. Essendo lontane dalle loro conchiglie, non poterono scappare quando videro il dio del mare uscire dall’acqua. Furono catturate, ma il dio fu piuttosto deluso nel rendersi conto che erano troppo giovani per diventare sue spose. Fu felice scoprendo che erano le figlie della regina, pensò di ricattarla facendosi dare in sposa una delle altre ninfe. Quando Fasì tornò al mare e seppe del ricatto, disse al re del mare: “Scegli delle mie figlie quella che desideri, aspetta che sia grande abbastanza e sposala, io te la do”. La regina conosceva le sue figlie, conosceva anche il dio, sapeva che per quanto brutto, burbero e spavaldo, non era cattivo, e non avrebbe usato violenza alle ragazze. Inoltre le 4 fanciulle erano luna più bella dell’atre e dotate di poteri straordinari, il re non avrebbe saputo scegliere rapidamente. Passava il tempo e le giovani crescevano alla corte del re, trattate con tutti i riguardi. Successe che una delle quattro s’innamorò veramente del re, brutto ma gentile. La regina non riusciva a crederlo, cercò di dissuadere la figlia, e, vedendo che questa non cambiava idee, chiamò Zeteste perché ci parlasse lui. Già da tempo Zeteste avrebbe voluto andare alla reggia del dio marino per rivedere le figlie, ma questo avrebbe voluto dire diventare una creatura acquatica e abbandonar il mondo degli uomini e i due figli. Alcibiade aveva allora 7 anni e superava in intelligenza i saggi del regno, Zeteste decise che poteva abbandonarlo per cercare di salvare la figlia. Zeteste lasciò il regno terrestre, andò alla reggia e parlò con la figlia, e convincendosi che la figlia sarebbe stata felice, acconsentì al matrimonio.

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