sabato 8 gennaio 2011

La leggenda di Crateste e delle mura cittadine

Nel 521 N.R, Crateste fece costruire le mura cittadine. Le ragioni che lo spinsero sono avvolte nel mistero: alcuni dicono che, semplicemente, impazzì, altri sostengono che lo fece per dare alla città un degno aspetto di città imperiale, secondo il costume in uso nei regni umani, in cui aveva spesso viaggiato in gioventù.
La leggenda, pero, dice che, anni prima, Crateste avesse sposato una brutta e vecchia principessa, durante uno dei suoi numerosi viaggi, e che l’avesse fatto solo per le ingenti ricchezze della sua dote. La principessa, d’altro canto, semplicemente voleva un marito, e non le interessavano le ragioni del matrimonio. Pochi giorni dopo il matrimonio, però, la principessa si getto dalle mura del proprio castello. La leggenda vuole che fosse per la disperazione di avere un marito che, pur tentando alacremente, non riuscisse a consumare il matrimonio. Crateste si tenne la dote e rientrò nella patria Caledonia, dove divenne governatore. Quando divenne vecchio, cominciò a sognare la prima sposa, che lo accusava di essersi impadronito ingiustamente della sua dote, che non essendo mai stato un vero sposo, non ne aveva diritto. La donna chiedeva indietro in suo denaro, voleva che fosso posto nelle mura da cui si era lanciata. Quelle mura non esistevano più, essendo stata la sua città rasa al suolo diversi anni prima. Crateste, allora, fece ricostruire mura simili a Caledonia e vi depose un tesoro pari alla dote presa ingiustamente.
Timete, che fece demolire quasi completamente le mura, non vi trovò alcun tesoro.

Nessun commento: