sabato 8 gennaio 2011

La leggenda dell'isola di risacca

Nell’898 N.R., spuntò in mezzo al mare l’isola di Risacca, chiamata così dal nome del mercantile che per primo l’avvistò. Sono passati più di cent’anni e nessuno ha ancora saputo spiegarne l’origine. Qualcuno sostiene che l’isola fosse sempre stata al suo posto, ma che fosse invisibile e che casualmente nessuna imbarcazione abbia mai tentato di attraversare lo spazio che occupa. Qualcuno sostiene che l’isola sia un ammasso di terra sulla carcassa di qualche mostro gigante, e che quindi non sia bene salda al terreno e si stata portata da qualche corrente o tempesta, questa ipotesi non spiega l’apparizione improvvisa. Qualcun altro sostiene sia fuoriuscita dal mare la notte prima che apparisse, ma in questo modo non si spiega la presenza di flora e fauna terrestre. Qualcuno dice che è così, perché questa fu la volontà degli dei. Questo è vero, ma non spiega nulla. Non esiste una spiegazione plausibile, né un mito ufficiale, sulla vicenda, tuttavia questa vicenda mi ha fatto tornare alla mente un mito più antico, risalente al 400 N.R., e riferito ad una città sconosciuta.
In una fascia poco lontano dal mare, un contadino zappava il suo orto, quando qualcosa sulla superficie del mare attirò la sua attenzione: un uomo addormentato dormiva sulla superficie delle acque, senza essere immerso, la corrente lo portava verso riva. Il vecchio contadino corse, come meglio poteva, in riva al mare, per vedere quel prodigio. Vide che l’uomo non era sull’acqua, ma su una zolla erbosa poco più grande di lui, la zolla galleggiava e lo portava a terra. Giunto alla spiaggia, la zolla non si fermò, ma galleggiò sulla sabbia, si fermò solo quando raggiunse dell’altra erba, lì, si fece spazio e si adagiò. Ora l’uomo sembrava dormire su un comunissimo prato. Il contadino gli si avvicinò, il dormiente aveva i capelli bianchi, lunghi e ricci, un volto dall’aria antica, ma nessun segno di vecchiaia, era il volto di un uomo maturo. Guardandolo, il contadino seppe dire una sola parola: Amler. Sentendo pronunciare il suo nome, Amler si sveglio, salutò il contadino e gli chiese se quella nei pressi era la città che entrambi chiamavano casa, il contadino rispose che era così. Amler si levò, salutò e ringraziò il contadino, poi s’incamminò alla città. Mesi dopo, il contadino era ancora al suo orto, quando vide Amler tornare. Gli corse incontro portando con sé ortaggi pane e formaggio, in cesto; raggiuntolo, glielo offri. Amler accetto il dono, e chiese al contadino: “cosa desideri?” “Mesi fa ho cacciato di casa mia figlia, non ancora sposata, ma incinta di uno sconosciuto. La sogno spesso, è sola e il bimbo sta per nascere. Vorrei ritrovarla per vivere poi tutti insieme”. Amler guardò il vecchio e non parlò, si appoggiò ad un albero, reggendo il cesto. L’albero si mosse e con lui la terra vicina, portarono Amler alla spiaggia, sul mare, oltre l’orizzonte. Il vecchio tornò a casa. Quella notte, non riuscendo a dormire, si alzò e uscì. Vide sul mare una zolla di terra che si avvicinava, portando la figlia addormentata, la zolla la portò fin sulla soglia di casa, lì la depose e si confuse al terreno.

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