sabato 8 gennaio 2011

La leggenda di Manter e della liberazione dagli elfi

Quando Farrel morì senza eredi, l’esercito elfico era ancora in città. Il comando dell’esercito elfico aiutò Zark, cugino di Farrel, a salire al trono. Zark era un sovrano fantoccio, il vero padrone della città era il generale elfico. I Caledoni avevano, dapprima, accolto con gioia i soldati elfici, ma questi avevano ben presto cominciato a farla da padroni, vessando particolarmente la componente nanica della popolazione. Dalle violenze elfiche nacquero molti mezz’elfi e nanelfi. Manter era un nanelfo di 4 anni, sua madre era una nana e suo padre un soldato elfo che l’aveva sedotta per scommessa, come lui stesso le disse ad atto compiuto. La nana si era da poco sposata ad un vedovo umano, la cui moglie era morta dando alla luce una mezz’elfa che ora aveva 2 anni. Un giorno la nana al ritorno dal mercato con Manter e la bimba, incontrò il padre di Manter. L’elfo riconobbe la nana che gli aveva fatto vincere 4 boccali di birra, e cominciò a molestarla, senza curasi della bimba che aveva in braccio, né al bambino che le stava accanto. Quando la nana lo respinse, il soldato la colpì con un pugno, mandandola a terra svenuta. Manter spinse l’elfo, questo cadde e non fece in tempo a riprendersi dalla sorpresa di vedere questo piccolo nan’elfo che Manter gli aveva rotto il cranio con una pietra trovata per terra. Numerosi Caledoni e alcuni soldati elfici avevano assistito alla scena e, quando gli elfi tentarono di prendere il bambino, i Caledoni lo difesero, iniziando così la rivolta che in 15 giorni avrebbe portato alla liberazione della città, ma anche un nuovo incendio che la distrusse quasi interamente.

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